martedì, aprile 15, 2014

GIORNI SPRECATI

“Chi sei tu?” mi verrebbe da chiederle.
Non lo faccio, non credo che io debba pretendere risposta e comunque ne resterei deluso.
Continuiamo a guardarci in silenzio e questo mi basta, mi fa stare bene.
“Cosa vuol dire stare bene per te?” mi chiede. Io resto lì, immobile, sorpreso da questa domanda, sorpreso dalle sue parole improvvise, sorpreso dalla sua voce, sorpreso dalla mia reazione che non c’è.
Resto lì, in silenzio.

Rumori continui intorno a noi, non ne servono altri. Colori nuovi, oggetti sfocati, scenari sfocati e sono io a non osservare quello che c’è oltre lei.

Lei sorride, io sono confuso. La consapevolezza di quella situazione non arriva. La pretendevo fino a qualche attimo prima ma ora non ricordo neanche il motivo.

Lei lancia una valigia, nel vuoto che si riempe di nuovi dettagli. Un cane, una vasca, un tappeto, un frigo, un tavolo. Io mi giro su me stesso e vedo oggetti ovunque che circondano me. Insignificanti, inopportuni, insensati come il suo “Vado via.”

Il mio silenzio non riesce a essere interrotto. Accetto e lei continua con un “Va bene? Dovresti almeno rispondermi e consolare il mio futuro. Consolare te stesso con una scelta.Ti conosco bene. Non è la prima volta che ci incontriamo. Tu non ricordi.” E chiude gli occhi.

Apro gli occhi, di nuovo e ora forse era chiaro qualcosa,  finalmente.
Le visioni erano state fin troppo moderate.
La MDZ inizia ad aiutarmi, forse.
Tanto buio, nonostante siano le 12 e il sole sia alto, fuori.
Ho dormito tanto e anche bene. I soliti sogni ma questa volta tranquilli. Non voglio continuare a prendere la MDZ, ora tutto è passato. 6 mesi sono stati sufficienti.

Basta.

Play, il casuale sceglie per me : Hiders - Burial
Non la conosco. Non ancora.

Apatico risveglio, lento, estremamente lento.