giovedì, aprile 18, 2013

Flusso di ritorno #2


Un maremoto, un tornado, una tempesta.
Io guardo tranquillo lo spettacolo della natura sulla mia spiaggia deserta, sulla mia sedia a dondolo senza spingere troppo. Tutto mantiene una costante distanza.
Intorno a me solo sabbia. Solo tanti granelli di sabbia che nonostante tutto mi mantengono stabile sulla terra. Né pietre, né scogli.
Il mare è calmo, piatto, spento.
Lontano da me tutto è diverso, ma io preferisco dondolarmi con il mio ritmo, con la mia sicurezza di tornare dove ero prima, attimo dopo attimo.
Chiudo gli occhi, mi addormento. Il gelo in me, nuovi posti, totalmente diversi dalla mia realtà, dal mio surreale, dal mio desiderio, dalla mia logica, dalle mie decisioni, dalla mia coerenza, dai miei percorsi conosciuti a memoria. La sedia cigola, un soffio di vento mi sveglia, apro gli occhi.
La tempesta è sempre lì, non mi aspetta, io non mi avvicino a lei, lei non si avvicina a me.

domenica, aprile 14, 2013

Flusso di ritorno #1


Traballo su un mio dito. L'anulare. Le vertigini mi bloccano. Vorrei saltare sul palmo della mia mano ma non voglio pensarci. Qui c'è un'ottima vista monocromatica, mi accontento. Non vedo i piedi da qui, potrebbe non essere un brutto segno ma meglio non sfidare la gravità e l'antropofobia.
Un passo verso dove?
Confondere il sole con il proprio buio.

Anche lo sguardo diretto verso la luce ti accieca e il risultato è lo stesso. Niente.
Mi siedo e incrocio le gambe. Mi si addormentano le gambe e ora riesco a camminare, riesco ad andare oltre, barcollando e rischio la caduta. Buffamente. Gli occhi non mi servono ma basterebbe un trampolino e una leggera spinta.
Vedo il mio piede.
Sorrido.