giovedì, maggio 15, 2014

Sono fermo dentro me stesso. Voi morirete.

Il presidio.
Non ostacolate il cammino verso il precipizio.
Sorrido agli sconosciuti.
Insulto coloro che conosco...anche troppo bene.
Tu mi conosci?
Io mi conosco?
Il calore nei polmoni, tiri lunghi e lenti.
Io ora inizio a conoscermi, quando non sono più me stesso.
Chi ero prima?
Vorrei percorrere passi lunghi 70 metri per poter non lasciare tracce nel tuo cortile.
Io non devo lasciare tracce. Io sarò un'unica traccia.
Mi si addormentano le mani.
Pupille a spillo.
Rido di me. Tu mi fai pena.
Un giorno potrò sputarti in faccia e credere di non averlo mai fatto.
Come i gabbiani che ti sfidano nel cielo.
Come i passanti che credi di conoscere.
Come le cadute a centro strada.
Come i pugni ai cofani di auto frettolose.
Non siamo nulla.
Ma voi siete troppo fottutamente lucidi per capirlo.
Battezzate anche i vostri coglioni.
Bruciare le unghie non vi renderà diversi.
Quadrati verso la mia pace.
Quadrati per non essere più quello che volete.
Mai più.

martedì, aprile 15, 2014

GIORNI SPRECATI

“Chi sei tu?” mi verrebbe da chiederle.
Non lo faccio, non credo che io debba pretendere risposta e comunque ne resterei deluso.
Continuiamo a guardarci in silenzio e questo mi basta, mi fa stare bene.
“Cosa vuol dire stare bene per te?” mi chiede. Io resto lì, immobile, sorpreso da questa domanda, sorpreso dalle sue parole improvvise, sorpreso dalla sua voce, sorpreso dalla mia reazione che non c’è.
Resto lì, in silenzio.

Rumori continui intorno a noi, non ne servono altri. Colori nuovi, oggetti sfocati, scenari sfocati e sono io a non osservare quello che c’è oltre lei.

Lei sorride, io sono confuso. La consapevolezza di quella situazione non arriva. La pretendevo fino a qualche attimo prima ma ora non ricordo neanche il motivo.

Lei lancia una valigia, nel vuoto che si riempe di nuovi dettagli. Un cane, una vasca, un tappeto, un frigo, un tavolo. Io mi giro su me stesso e vedo oggetti ovunque che circondano me. Insignificanti, inopportuni, insensati come il suo “Vado via.”

Il mio silenzio non riesce a essere interrotto. Accetto e lei continua con un “Va bene? Dovresti almeno rispondermi e consolare il mio futuro. Consolare te stesso con una scelta.Ti conosco bene. Non è la prima volta che ci incontriamo. Tu non ricordi.” E chiude gli occhi.

Apro gli occhi, di nuovo e ora forse era chiaro qualcosa,  finalmente.
Le visioni erano state fin troppo moderate.
La MDZ inizia ad aiutarmi, forse.
Tanto buio, nonostante siano le 12 e il sole sia alto, fuori.
Ho dormito tanto e anche bene. I soliti sogni ma questa volta tranquilli. Non voglio continuare a prendere la MDZ, ora tutto è passato. 6 mesi sono stati sufficienti.

Basta.

Play, il casuale sceglie per me : Hiders - Burial
Non la conosco. Non ancora.

Apatico risveglio, lento, estremamente lento.